Al via la privatizzazione dei servizi pubblici locali?

Servizi pubblici locali, farmacie, semplificazione amministrativa, negozi, demanio marittimo: ecco tutte le novità per le pubbliche amministrazioni nella bozza del decreto sulle liberalizzazioni

Servizi pubblici locali

Al via la privatizzazione dei servizi pubblici locali. Lo prevede la bozza del decreto liberalizzazioni circolata in queste ultime ore. “I comuni – si legge nel testo – quando sussistono esigenze di promozione dell’ampliamento dei mercati e di ripianamento delle proprie posizione debitorie hanno facolta’ di cedere le proprie quote di partecipazioni in societa’ secondo procedure aperte nelle quali sia garantita la parita’ di condizioni di gara, la piu’ ampia trasparenza e conoscibilita’ e comunicano l’esito entro il 30 settembre 2012” all’ufficio competente.

“Il referendum non si tocca” dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza sulle ipotesi di liberalizzazione di diversi settori economici al vaglio del governo. “I cittadini italiani hanno detto chiaramente che l’acqua e’ un bene comune e che sulla sua gestione non si possono fare profitti – continua Cogliati Dezza – Sarebbe molto grave se nel decreto in preparazione per il rilancio dell’economia l’esecutivo li inserisse tra servizi pubblici locali di rilevante interesse economico. “Non e’, comunque, con la privatizzazione che si risolvono i problemi della gestione dell’acqua in Italia, le dispersioni, gli sprechi e le difformita’ di ripartizione – aggiunge il presidente di Legambiente -. Piuttosto, il risanamento del sistema idrico italiano e’ una grande opera pubblica che puo’ funzionare da volano per la ripresa economica“. Ma le novità di interesse per le amministrazioni locali non si fermano qui. Eccone una breve disamina.

Farmacie

Una farmacia ogni 3.000 abitanti. “Il numero delle autorizzazioni – si legge nel testo della bozza – e’ stabilito in modo che vi sia una farmacia ogni 3.000 abitanti”. La popolazione eccedente rispetto a questo parametro “consente l’apertura di un’ulteriore farmacia, qualora sia superiore a 500 abitanti; nei Comuni fino a 9.000 abitanti l’ulteriore farmacia puo’ essere autorizzata soltanto qualora la popolazione eccedente rispetto al parametro sia superiore ai 1.500 abitanti”.

I farmaci di fascia C, quelli cioe’ con obbligo di ricetta ma totalmente a carico del cittadino, potranno essere venduti liberamente anche nelle parafarmacie e nella grande distribuzione, ma solo in quelle Regioni dove entro il primo marzo 2013 non sara’ ampliato il numero di farmacie portandolo a una ogni 3.000 abitanti. “Nelle regioni in cui, alla data del 1 marzo 2013, non sia stato assegnato almeno l’80 per cento delle sedi messe a concorso ai sensi del comma 2 – spiega la bozza – possono essere venduti i medicinali di cui all’articolo 8, comma 10, lettera c) della legge 24 dicembre 1993, n. 537 e successive modificazioni, anche negli esercizi commerciali di cui all’articolo 5, comma 1, del decreto – legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, in possesso dei requisiti tecnologici, strutturali e organizzativi fissati con decreto del Ministro della salute”.

Non rientrano tra i farmaci vendibili nei supermercati “i medicinali di cui all’articolo 45 del testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza approvato con decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e successive modificazioni, i medicinali di cui all’articolo 89 del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, i farmaci del sistema endocrino e quelli somministrabili per via parenterale”.

Sconti

Liberta’ di praticare sconti, saldi e svendite straordinarie per i negozi. “Ogni impresa che svolga attivita’ commerciale anche al dettaglio, in qualunque settore merceologico – spiega il testo – puo’ decidere in autonomia il periodo nel quale effettuare sconti, saldi o vendite straordinarie, la durata delle promozioni e l’entita’ delle riduzioni”. Saltano le “norme vigenti che stabiliscono obblighi preventivi di comunicazione all’amministrazione poteri amministrativi o limiti di qualunque tipo”.

Semplificazioni

Via libera alla liberalizzazione delle attività economiche e alla semplificazione amministrativa per le imprese. Vengono abrogate di fatto le autorizzazioni per l’avvio di un impresa. L’articolo 1 della bozza del decreto stabilisce infatti l’abrogazione delle “norme che prevedono limiti numerici, autorizzazioni, licenze, nulla osta o preventivi atti di assenso dell`amministrazione comunque denominati per l`avvio di un`attività economica a far data dal 30 ottobre 2012, con esclusione delle norme che disciplinano il servizio taxi e i servizi professionali”. É il governo ad individuare “quelle attività per le quali permane l`atto preventivo di assenso dell`amministrazione”. Sono esclusi dall`ambito di applicazione i servizi finanziari.

Demanio marittimo

Gare pubbliche per le concessioni del demanio marittimo per attivita’ turistico-balneari. “In conformita’ alla normativa dell’Unione europea a tutela della concorrenza, la selezione del concessionario sui beni del demanio marittimo – si legge nel testo – avviene attraverso procedure a evidenza pubblica trasparenti, competitive e debitamente pubblicizzate, secondo il criterio dell’offerta economicamente piu’ vantaggiosa. A favore dei precedenti concessionari e’ riconosciuto un diritto di prelazione, ove adeguino la propria offerta a quella presentata dal concorrente risultato vincitore della procedura”. Le concessioni non potranno avere durata superiore a quattro anni e non potranno essere automaticamente prorogate. “In ogni caso – precisa il testo – per il rinnovo si ricorre a nuove procedure competitive”.

Taxi

Aumento del numero delle licenze dei taxi ma accompagnato da “adeguate compensazioni da corrispondere una tantum” per chi gia’ detiene una licenza, e una “maggiore liberta’ nella fissazione delle tariffe”. Si prevede inoltre la possibilita’ di rilasciare licenze part-time e di consentire a chi gia’ ne ha una “una maggiore flessibilita’ nella determinazione degli orari di lavoro” salvo l’obbligo di garanzie di un servizio minimo.

Professioni

Scatta l’obbligo di comunicazione del preventivo per le prestazioni professionali. “Tutti i professionisti concordano in forma scritta con il cliente il preventivo per la prestazione richiesta – si legge nella bozza di decreto che dovrebbe essere varato entro il 20 gennaio prossimo – la redazione del preventivo e’ un obbligo deontologico e costituisce illecito disciplinare”. Al momento di determinare il preventivo il professionista “ha l’obbligo di indicare l’esistenza di una copertura assicurativa, se stipulata, per i danni provocati nell’esercizio dell’attivita’ professionale, la sua durata e il suo massimale”. Le misure non si applicano alle professioni nell’ambito del servizio sanitario nazionale. Entro novanta giorni dall’entrata in vigore del decreto i codici deontologici devono quindi essere adeguati.

Bonus elettrico

Ampliamento della platea dei beneficiari del bonus elettrico e del gas. “Al fine di ampliare la platea dei soggetti beneficiari dell’applicazione delle tariffe agevolate previste per i soggetti economicamente svantaggiati – si legge nel testo – il Ministero dello sviluppo economico, d’intesa con il Ministero dell’economia e delle finanze e con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dispone la revisione, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, dei criteri per l’applicazione delle tariffe agevolate nel settore dell’energia elettrica e del gas naturale”.

Fonte: Leggioggi

Fortunato Laurendi

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