Friuli Venezia Giulia: proposta di legge di modifica della disciplina di attività commerciali e somministrazione alimenti e bevande

24 Ottobre 2008
Scarica PDF Stampa
Modifica zoom
100%
La proposta di legge regionale n. 5 “Disposizioni regionali sulle giornate di apertura degli esercizi commerciali che modifica la legge regionale 5 dicembre 2005, n. 29″ presentata dalla Regione Friuli Venezia Giulia lo scorso 4 giugno, in sede di esame da parte della II Commissione è stata abbinata alla proposta di legge n. 26 di analogo oggetto ” Modifiche e integrazioni alla legge regionale 5 dicembre 2005, n. 29 (Normativa organica in materia di attività commerciali e di somministrazione di alimenti e bevande.
Modifica alla legge regionale 16 gennaio 2002, n. 2 ‘Disciplina organica del turismo’), e successive modifiche e integrazioni” presentata il 1 ottobre 2008.
Successivamente, alla metà del mese di ottobre, la giunta regionale del Friuli Venezia Giulia ha approvato in via definitiva, il disegno di legge di riforma del commercio, che punta alla semplificazione e alla sburocratizzazione, a vantaggio sia dei consumatori che degli operatori del settore. Rientra in quest’ottica la previsione che il periodo dei saldi stagionali sia stabilito, a facoltà dell’esercente, nei periodi dell’anno più convenienti. Non sarà quindi più la Regione a definire con decreto l’inizio dei saldi, fissando un’unica data uguale per l’intera regione e senza distinzioni di attività.
In tal modo le esigenze di chi vende si incroceranno con quelle di chi compra, consentendo risparmi sempre più diffusi e significativi.Ma l’aspetto principale del disegno di legge consiste nella riforma alla disciplina degli orari degli esercizi commerciali, superando l’attuale situazione di ‘deregulation‘ che ha consentito aperture anche ogni domenica, senza limitazione alcuna, alla fine, è stata decisa l’apertura di 25 giornate di festa oltre alle domeniche di dicembre.
Ritenendo poi che la precedente normativa, che stabilisce una differenza di trattamento fra esercizi alimentari e non alimentari, impedisca una corretta regolamentazione del settore, la nuova normativa propone che siano gli operatori commerciali – e non più i sindaci – a prescindere dal tipo di prodotto venduto, a decidere, nel rispetto dei limiti di legge, se e quando aprire, senza disparità di trattamento merceologico.
Rimane in ogni caso necessario prevedere delle deroghe per le località a prevalente economia turistica, che devono poter essere poli attrattivi, capaci di soddisfare le esigenze dei visitatori in termini di strutture e di servizi offerti.
Altro punto qualificante è la moratoria sulla grande distribuzione, decisa in quanto l’esecutivo regionale, ha ritenuto che l’offerta abbia saturato il mercato.
Vi saranno quindi due anni di blocco, che consentiranno da un lato di dare un po’ di ossigeno al piccolo e al medio commercio e dall’altro di meglio analizzare la situazione, per poi definire un nuovo Piano della grande distribuzione.
Per il resto, al testo sono state aggiunte norme inerenti l’affissione delle tabelle dei prezzi, l’adeguamento alla nuova definizione comunitaria di soggetto svantaggiato e disabile, gli incentivi alle piccole e medie imprese, il numero dei giorni di apertura obbligatori degli alberghi che scende da 120 a 90, la previsione di spesa di 500mila euro per il 2008 per attuare le finalità del provvedimento.

>> Proposta di legge