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Riforma Enti locali - I Punti salienti

Il decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di enti territoriali, è stato approvato alla Camera dei Deputati, in via definitiva, il 4 agosto 2015.

Il decreto legge, oltre a  recepire l’intesa sancita nella Conferenza Stato -Città ed autonomie locali del 19 febbraio 2015, l’intesa della Conferenza Stato-Regioni del 26 febbraio 2015 e quella del 2 luglio scorso, affronta numerose altre questioni di particolare importanza per le Regioni e gli enti locali.

Di seguito, una breve sintesi delle misure da ggi in vigore con particolare riferimento a:

 

MISURE PREVISTE PER I COMUNI

 

– Beneficiano di un contributo di 530 milioni di euro per compensare il minor gettito derivante dal passaggio dall’Imu alla Tasi. La cifra sarà ripartita per 472,5 milioni di euro in proporzione a quanto elargito a ogni Comune lo scorso anno. La restante parte sarà legata al gettito dell’Imu agricola

– Potranno indire i concorsi per assumere le professionalità necessarie al funzionamento di nidi e scuole d’infanzia, superando il blocco delle assunzioni per il personale dei servizi educativi

– Possono stipulare convenzioni per l’ufficio di segretario comunale. Convenzioni che possano essere stipulate anche tra comune e provincia nonché tra province

– I comuni, le province, le comunità montane, le unioni di comuni e i consorzi fra enti locali possono assicurare i propri amministratori contro i rischi conseguenti all’espletamento del loro mandato. Il rimborso delle spese legali è ammesso in assenza di “conflitto di interessi” con l’ente locale; nesso causale tra funzioni esercitate dall’amministratore locale e fatti giuridicamente rilevanti; assoluzione dell’interessato; emanazione di un provvedimento di archiviazione; assenza di dolo o colpa grave

– I piccoli comuni potranno accedere ad un fondo di 29 milioni di euro per ridurre gli effetti gli effetti del riparto del fondo di solidarietà comunale effettuato nel 2015. Sono oltre 2.600 i Comuni che beneficeranno della ridistribuzione, 2.400 dei quali con meno di 10mila abitanti

– I Comuni veneti colpiti dalla tromba d’aria dell’8 luglio scorso (Dolo, Pianiga e Mira) riducono di 7,5 milioni di euro degli obiettivi del Patto di stabilità interno.

 

MISURE PREVISTE PER PROVINCE E CITTA’ METROPOLITANE

 

– Per quest’anno, potranno presentare il bilancio preventivo per la sola annualità 2015

– Riducono al 2% delle entrate la sanzione per il mancato rispetto del Patto di stabilità

– Come i Comuni, potranno non destinare  il 10% dei proventi da alienazione dei beni patrimoniali al fondo ammortamento titoli di  Stato

– Sono previsti 80  milioni  di  euro  per  il  2015,  a  valere  sulle  risorse  inutilizzate del  fondo  pagamenti  debiti  PA,  alle  Province  e  alla  città  metropolitana  di  Milano.  A quest’ultima vengono assegnati 50 milioni di euro, mentre i restanti 30 milioni vengono ripartiti tra le Province per conseguire gli equilibri di bilancio

– Beneficiano di un contributo di 30 milioni di euro per il 2015 alle per  le spese sostenute  per  funzioni di sostegno e assistenza agli studenti con handicap fisici sensoriali

– Potranno prorogare fino alla fine del 2015 i contratti del personale precario anche nel caso di mancato rispetto del Patto di stabilità interno nel 2014

– Salgono a 90 milioni di euro le risorse per i centri per l’impiego e il rafforzamento delle politiche attive per il lavoro. Province e Città metropolitane potranno in via straordinaria stipulare contratti di lavoro a tempo determinato con scadenza massima al 31 dicembre 2016

– Il personale delle Province che si trovi in comando o in distacco presso altre amministrazioni pubbliche al 31 dicembre 2014 viene trasferito definitivamente presso di esse

– Il personale della Polizia provinciale transita nei ruoli degli enti locali per lo svolgimento delle funzioni di polizia municipale. Si prevede che le Province e le Città metropolitane individuino il personale di Polizia provinciale necessario allo svolgimento delle funzioni fondamentali entro una ricollocazione di funzioni  di polizia amministrativa disposta da leggi regionali. Il personale non individuato o riallocato al 31 ottobre 2015 viene trasferito ai Comuni singoli e associati, nei  limiti  della  relativa  dotazione organica  e  della  programmazione  triennale  dei  fabbisogni  di  personale,  in  deroga  alle limitazioni di spesa e alle assunzioni di personale, ma garantendo il rispetto del patto di stabilità interno
Fino a totale assorbimento, non è consentita l’assunzione di qualsivoglia personale  per funzioni di polizia locale, ad eccezione delle esigenze di carattere stagionale.

– Il Ministero dei beni e delle attività culturali adotta, entro il 31 ottobre 2015, un piano di razionalizzazione degli archivi e degli istituti di cultura delle province per tutelarne il patrimonio culturale. Gli archivi storici delle province (che oggi non siano città metropolitane), potranno  versare agli archivi di Stato materiale documentario, ed eventualmente trasferire allo Stato gli immobili di proprietà.  Con  lo  stesso  piano,  possono  anche essere  individuati ulteriori istituti e luoghi della cultura delle province.
Inoltre, archivisti, bibliotecari, storici dell’arte, archeologi e, in generale, il personale  a  tempo  indeterminato  degli archivi provinciali potrà essere trasferito alle dipendenze del Ministero dei Beni Culturali, entro il 31 ottobre 2015.

 

MISURE PREVISTE PER LE REGIONI

 

– Le Regioni che pagano correttamente i fornitori in ordine ai tempi di pagamento, possono escludere dal pareggio di bilancio gli impegni derivati dagli investimenti

– Sono previste sanzioni per le Regioni che, entro il 31 ottobre 2015, non approvano le leggi di riordino delle funzioni previsto dalla legge Delrio: tali Regioni dovranno versare entro fine novembre a Province e Città metropolitane le somme corrispondenti alle spese sostenute per le “funzioni non fondamentali”, cioè le funzioni che sarebbero dovute passare ad altri Enti

– Secondo l’intesa siglata il 2 luglio scorso in sede di Conferenza Stato-Regioni sulla spesa sanitaria e sulla revisione del patto triennale per la salute 2014-2016, il Fondo sanitario nazionale non sarà incrementato, comportando una riduzione del finanziamento del Servizio sanitario nazionale pari a 2,352 miliardi di euro annui, a decorrere dal 2015. Vengono, inoltre, rinegoziati i contratti di beni e servizi, mirando a una riduzione, su base annua, del 5 per cento del valore complessivo dei contratti in essere

– Saranno multati i medici che prescriveranno degli esami superflui e inutili. Si prevedono infatti misure di riduzione del trattamento economico a carico del medico, in caso di “comportamento prescrittivo” non conforme alle condizioni ed indicazioni stabilite dal decreto del ministro della Salute, previa intesa sancita in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome, che individuerà le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza prescrittiva delle prestazioni.

 

Fonte: www.governo.it


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