TOSCANA – Commercio e somministrazione in centro storico: per le nuove attività minimo 70% di prodotti di filiera corta

11 Marzo 2016
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Per aprire una nuova attività alimentare o di somministrazione nel centro storico sarà obbligatorio avere il 70% di prodotti di filiera corta o del territorio. Lo ha deciso oggi la giunta di Palazzo Vecchio, dando il via libera al disciplinare presentato dall’assessore allo Sviluppo economico Giovanni Bettarini in attuazione del regolamento per la tutela e il decoro del centro storico, approvato dal Consiglio comunale a gennaio scorso.

“Vogliamo che a Firenze vinca la qualità – ha detto Bettarini –. Una scelta che portiamo avanti in tutti i settori, a partire dall’approvazione del regolamento per la tutela del centro storico, al lavoro che stiamo facendo su mercati e turismo. Non possiamo lasciare che il commercio venga completamente stravolto, perché è una parte del valore e dell’identità di questa città”.

Il nuovo regolamento, vieta l’insediamento di nuove attività di commercio al dettaglio del settore alimentare e somministrazione nel centro storico, se non vengono rispettate alcune prescrizioni. Tra queste, l’obbligo di mettere in vendita o somministrare prodotti di filiera corta o comunque tipici del territorio e della tradizione storico culturale della città di Firenze e della regione Toscana.

Il disciplinare definisce i concetti di filiera corta e prodotti tipici e tradizionali del territorio. È filiera corta “il percorso economico di un prodotto dallo stadio iniziale della produzione a quello finale dell’utilizzazione”, con al massimo due intermediari commerciali tra il produttore e il consumatore e con la produzione realizzata in Toscana. Per i prodotti tipici si fa riferimento al catalogo della Regione Toscana, che comprende prodotti di qualità dell’agroalimentare toscano certificati con i marchi europei di denominazione di origine protetta (Dop) e indicazione geografica protetta (Igp) e al catalogo dei prodotti agroalimentari tradizionali (Pat).

È prevista la possibilità di deroga su presentazione di singoli progetti che saranno valutati caso per caso da una apposita commissione tecnica. Gli elementi di valutazione saranno la qualità dell’allestimento di vetrine, insegne e interni, la tipicità dei prodotti venduti o somministrati (nazionale o internazionale), la qualità delle materie prime utilizzate, l’innovatività e originalità del progetto, l’integrazione con l’identità del tessuto storico, architettonico e commerciale della città e le modalità di gestione dell’attività.