Concessione vs autorizzazione in relazione alle liberalizzazioni: riflessioni sul punto attraverso l’esame di un caso pratico

Articolo di Domenico Trombino

Il titolare di un’attività di commercio su suolo pubblico ritiene di non dover osservare i limiti orari posti da ordinanza sindacale, seppur adottata in attuazione di quanto disposto da legge regionale, in ordine all’area nella quale è insediata, invocando la liberalizzazione degli stessi, ai sensi e per gli effetti dell’art. 31 del D.L. 06/12/2011, n. 201, “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici”, rubricato “Esercizi Commerciali”.

Il brogliaccio basico che nella fattispecie riscontriamo è quello secondo il quale, in regime di liberalizzazione, si può fare quel che si vuole e sino a quando si vuole.

Non è evidentemente così!

La risposta al titolare di cui al caso in esame, in termini di normativa di riferimento, sta nell’ultimo inciso dell’articolo testé riportato, ma la riflessione sul tema posto ci porta su altre considerazioni, muovendo dalla fondamentale distinzione fra interessi pubblici generali e interesse privato, sebbene mantenendoci sui termini generali della questione, poiché conclusioni definitive sono troppo dipendenti dalla specificità delle discipline locali.

 

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