Emilia Romagna – Commercio su aree pubbliche: validi e corretti i bandi dei Comuni
La Commissione Attività produttive della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome chiede al Mise chiarimenti sugli emendamenti in attuazione della Bolkestein inseriti nella legge di Bilancio nel rispetto delle procedure terminate o in corso.
Rispetto delle procedure già svolte o in corso di svolgimento alla data di approvazione della legge di Bilancio 2018 (n. 205/2017) per il settore del commercio sulle aree pubbliche e, in particolare, sulle modalità di riassegnazione dei posti degli ambulanti.
Lo chiede la Regione Emilia-Romagna, insieme alle altre Regioni italiane, che si sono espresse nell’ultima seduta della Commissione Attività produttive della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Le Regioni chiedono un intervento del Ministero dello Sviluppo economico che chiarisca in modo definitivo la situazione, partendo dal presupposto che vadano comunque salvaguardati i procedimenti già svolti.
Le perplessità della Regioni nascono dai due emendamenti inseriti nella legge di bilancio che intervengono nell’attuazione della direttiva Bolkestein (d.lgs. 59/2010, di recepimento della direttiva europea), creando incertezza in un contesto complesso.
Il primo emendamento – comma 1180 dell’art. 1 – prevede la proroga al 31 dicembre 2020 delle concessioni in essere al 1^ gennaio 2018 e con scadenza anteriore a tale data. Si tratta in pratica di una proroga della proroga, poiché già il decreto legge 244/2016 (come modificato dalla legge di conversione), aveva stabilito di prorogare al 31 dicembre 2018 le concessioni in essere al 30 dicembre 2016 e aveva creato non poche difficoltà nella gestione dei bandi aperti nei territori al momento dell’entrata in vigore della norma.
Il secondo emendamento – il comma 1181 sempre dell’art. 1 – dispone che le amministrazioni interessate prevedano specifiche modalità di assegnazione per coloro che, nell’ultimo biennio, abbiano direttamente utilizzato le concessioni quale unica o prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare. In quest’ultimo caso, con intesa in sede di Conferenza Unificata, si dovrà provvedere all’integrazione dei criteri stabilendo il numero massimo di posteggi complessivamente assegnabili allo stesso soggetto giuridico, sia nella medesima area, che in aree diverse.
“La Regione Emilia-Romagna- spiega l’assessore al Commercio, Andrea Corsini– conferma la propria posizione rispetto alla validità e correttezza dei bandi emanati dai Comuni, che hanno attuato correttamente le norme vigenti. Il loro operato è un esempio virtuoso per un settore economico rilevante sia per il numero di imprese che coinvolge, sia per l’importante servizio di prossimità che garantisce anche in aree della regione dove i servizi per i cittadini sono esigui. Fare chiarezza in una materia così delicata- conclude l’assessore- è una esigenza non solo della Regione, ma anche dei Comuni, responsabili dei procedimenti di selezione e degli operatori interessati a cessioni a titolo definitivo o temporaneo dell’azienda o di un ramo di essa”.
Fonte: Regione Emilia-romagna.it
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Scrivere un articolo con più di 1.100 commi, sembra lesivo di ogni buona regola sul ” come fare leggi umanamente comprensibili”. Con quali tecniche o argomentazioni si possa poi dimostrare un utilizzo diretto di una concessione di posteggio, quale fonte unica o prevalente di reddito “per il concessionario e per il proprio nucleo familiare”, come previsto dal comma 1181 della legge di bilancio 2018, si ritiene che sia un dato tutto da scoprire e da chiarir bene! Per questo, si è dell’avviso, peraltro, che invece di ricorrere ad un “parere”, seppur autorevole, del MISE , sarebbe forse preferibile formulare una interpretazione autentica del comma citato.