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Regioni, confini aperti. Per ora

– Italia Oggi – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Via libera agli spostamenti sul territorio nazionale senza limitazioni. Da oggi cadono i paletti che per quasi tre mesi hanno impedito di uscire dai confini della regione di residenza se non per motivi di necessità, salute, lavoro. E pur tra qualche malumore dei governatori, soprattutto quelli del Sud, per il momento non ci saranno restrizioni regionali a limitare il diritto alla mobilità degli italiani. Niente «passaporti sanitari» (l’idea del presidente della regione Sardegna Christian Solinas è stata subito ritirata dopo essere stata bollata come incostituzionale dal ministro Francesco Boccia ), niente obblighi di quarantena (non più previsti a partire da oggi nemmeno per gli stranieri provenienti dall’Ue, dalla Gran Bretagna e dall’area Schengen), niente obblighi di tracciamento. Finora nessuna regione ha tentato fughe in avanti restrittive rispetto alle disposizioni nazionali. E il governo dal canto suo non vuole entrare a gamba tesa nelle future decisioni delle regioni, chiamate a dimostrare (è questa la linea degli Affari regionali) di avere la capacità di gestire e rafforzare la prevenzione territoriale. Il tracciamento (che potrebbe sostanziarsi nella compilazione di un modulo dove indicare le proprie generalità, il domicilio nella regione di destinazione, l’assenza di sintomi febbrili e l’eventuale contatto con persone affette da Coronavirus), là dove previsto dai governatori, potrà avvenire solo su base volontaria. La Puglia pensa a un tracciamento volontario. A un tracciamento su base volontaria starebbe pensando il presidente della regione Puglia Michele Emiliano che inizierà dall’8 giugno anche la sperimentazione dell’app «Immuni». Il tracciamento potrebbe partire tra una settimana e chiedere a chi arriva di segnalare la propria presenza e prendere nota dei propri contatti in modo da ricostruirli più facilmente in caso di contagio. In Sicilia una app di monitoraggio. Anche il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, ha archiviato l’idea del «passaporto sanitario» e pensa ora a una app di tracciamento. Si chiamerà «Siciliasicura» e sarà attiva dal 5 giugno, sempre su base volontaria. Permetterà a chi arriva in Sicilia di restare in contatto durante il soggiorno nell’Isola con il sistema sanitario regionale per poter essere assistito dal personale medico dell’Unità sanitaria turistica in caso di bisogno. «Non ci saranno limitazioni negli ingressi, ma soltanto i controlli col termoscanner agli arrivi», ha spiegato Musumeci. Verso l’idea di una piattaforma digitale a cui chiedere ai turisti di registrarsi si starebbe orientando (dopo il dietrofront sul passaporto sanitario) anche il presidente sardo Solinas che vorrebbe offrire a chi accetta di sottoporsi a test sierologico prima di recarsi in Sardegna un voucher da spendere nelle strutture ricettive. I favorevoli alle riaperture senza se e senza ma. Forte dei contagi zero che ormai stabilmente si registrano in Calabria, la governatrice Jole Santelli apre le porte della recontinua a pag. 29 gione senza limitazione. Via libera all’apertura anche da parte del presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, che nella veste di presidente della Conferenza delle Regioni ha invitato a smorzare i toni. Favorevoli a un immediato ritorno alla normalità anche i governatori di Lombardia ( Attilio Fontana ), Veneto ( Luca Zaia ), Liguria ( Giovanni Toti) e Piemonte ( Alberto Cirio ). I critici: Campania e Toscana. Critico, sulla riapertura regionale, il presidente della Toscana, Enrico Rossi, secondo il quale bisognava aspettare ancora una settimana. Critico anche il governatore campano, Vincenzo De Luca secondo cui «i territori nei quali nell’ultimo mese c’è stato un livello di contagi giornalieri superiore a un numero prefi ssato (200 – 250 – 300), dovevano essere sottoposti a limitazioni nella mobilità per un altro breve periodo». I timori nel Lazio. A Roma e nel Lazio c’è apprensione per il fl usso di persone che con la riapertura dei confi ni regionali potrebbe riversarsi negli aeroporti e nelle stazioni della Capitale. Per questo motivo saranno intensifi cati i controlli e il tracciamento dei contatti. I casi sospetti, previo triage, saranno indirizzati ai drive-in per i test.

Cosa si potrà fare da oggi

SPOSTAMENTI IN ITALIA SENZA LIMITAZIONI INGRESSI IN ITALIA SENZA OBBLIGO DI QUARANTENA SPOSTAMENTI VERSO L’ESTERO ANCORA VIETATI

Spostarsi da una regione all’altra in Italia sarà consentito senza limitazioni. Gli spostamenti tra regioni non potranno essere limitati da ordinanze regionali ma solo da provvedimenti statali (dpcm e ordinanze del ministero della salute) in caso di aggravamento del rischio epidemiologico in determinate aree. Saranno consentiti gli spostamenti in Italia (senza alcuna limitazione e quindi senza obbligo di quarantena) dei cittadini provenienti da: Unione europea, stati dell’area Schengen, Regno Unito e l’Irlanda del Nord, Repubblica di San Marino, principato di Monaco, Andorra e Città del Vaticano Dal 3 giugno gli spostamenti da e per l’estero possono essere limitati solo da provvedi-menti statali (dpcm e ordinanze del ministero della salute) in caso di aggravamento del rischio epidemiologico in determinate aree, ma sempre nel rispetto dei vincoli derivanti dall’ordinamento Ue e dai trattati internazionali Dal 3 al 15 giugno restano vietati gli spostamenti da e per stati e territori diversi da quelli di cui sopra, salvo che per comprovate esigenze lavorative o di assoluta urgenza o per motivi di salute. Resta in ogni caso consentito il rientro al proprio domicilio, abitazione o residenza Dal 3 giugno le disposizioni restrittive attualmente in vigore per l’ingresso in Italia (obbligo di indicare al vettore i motivi del viaggio, il domicilio in Italia, il recapito telefonico e soprattutto l’obbligo di sottoporsi a sorveglianza sanitaria e isolamento fi duciario per 14 giorni in caso di soggiorni che non siano di breve durata) si applicano esclusivamente alle persone che fanno ingresso in Italia da stati o territori diversi da quelli di cui sopra ovvero che abbiano ivi soggiornato nei 14 giorni anteriori all’ingresso in Italia

I DIVIETI ANCORA IN VIGORE FINO AL 14 GIUGNO MISURE DI PREVENZIONE IGIENICO-SANITARIE IN VIGORE FINO AL 14 GIUGNO

Continuano a essere sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina in luoghi pubblici o privati Continuano ad essere sospesi i servizi educativi per l’infanzia, le attività didattiche nelle scuole, nelle università e nei corsi di formazione Continuano a essere sospesi i congressi, le riunioni, i meeting e gli eventi sociali in cui è coinvolto personale sanitario o personale che svolge servizi pubblici essenziali o di pubblica utilità Restano sospese le attività dei centri benessere, centri termali, centri culturali e centri sociali Continuano a essere sospese le attività che si svolgono nelle sale da ballo, nelle , nelle fi ere e nei congressi Restano chiusi gli impianti sciistici Restano sospesi i servizi di crociera da parte delle navi passeggeri di bandiera italiana Resta il divieto per gli accompagnatori dei pazienti di sostare nelle sale d’attesa dei pronto soccorso Resta limitato l’accesso alle Rsa dei parenti dei degenti Resta la raccomandazione a tutte le persone anziane affette da patologie croniche di evitare di uscire di casa salvo che per motivi di stretta necessità Resta in vigore il divieto assoluto di uscire per i soggetti risultati positivi al virus e l’obbligo di restare a casa e limitare al massimo i contatti sociali per chi abbia febbre sopra i 37,5 gradi e sintomi da infezione respiratoria.

COSA SI POTRÀ FARE DAL 15 GIUGNO –  GLI OBBLIGHI IN VIGORE FINO AL 31 LUGLIO

Resta il divieto di assembramento di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico Le riunioni si svolgono garantendo il rispetto della distanza interpersonale di un metro Nei luoghi al chiuso accessibili al pubblico (compresi i mezzi di trasporto) e in tutte le occasioni in cui non sia possibile garantire continuativamente il rispetto della distanza di sicurezza, è obbligatorio l’uso delle mascherine. L’obbligo vale per tutti ad eccezione dei bambini al di sotto dei sei anni e delle persone con disabilità incompatibili con l’uso continuativo della mascherina Possono essere utilizzate mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso e lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multi-strato che forniscano una barriera idonea a evitare il contagio e che coprano mento e naso – Riapriranno teatri, cinema e sale da concerto, anche all’aperto con un numero massimo di spettatori (200 in luoghi chiusi, 1.000 all’aperto) Saranno consentite attività ludiche, ricreative ed educative per bambini al chiuso o all’aria aperta Continuano a essere vietati (dal dl 33/2020) gli assembramenti di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico I sindaci potranno disporre la chiusura temporanea di specifi che aree pubbliche o aperte al pubblico in cui sia impossibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro

SANZIONI AMMINISTRATIVE SANZIONI PENALI

Le riunioni si svolgono garantendo il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro Le attività economiche, produttive e sociali devono svolgersi nel rispetto dei contenuti di protocolli adottati dalla Conferenza delle regioni Il mancato rispetto dei contenuti dei protocolli o delle linee guida, regionali, o, in assenza, nazionali, che non assicuri adeguati livelli di protezione determina la sospensione dell’attività fi no al ripristino delle condizioni di sicurezza. Le violazioni del decreto legge sulle riaperture (n. 33/2020) sono punite con una sanzione amministrativa da 400 a 3.000 euro Se la violazione è commessa da chi esercita attività economiche, produttive e sociali si applica la sanzione amministrativa accessoria della chiusura da 5 a 30 giorni Saranno i prefetti ad assicurare l’esecuzione delle misure contenute nel dpcm e a monitorarle. I prefetti si avvarranno delle forze di polizia, dei vigili del fuoco, dell’Ispettorato del lavoro, del comando carabinieri per la tutela del lavoro e, ove occorra, delle forze armate. – Il mancato rispetto dell’obbligo di isolamento domiciliare è punito ai sensi del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (art. 260 del Rd 27 luglio 1934 n. 1265) con l’arresto da 3 a 18 mesi e con l’ammenda da 500 a 5.000 euro.


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