Enti locali, la spinta del PNRR accelera la transizione digitale: ma senza personale qualificato il rischio è la frenata post-2026

Presentata a Napoli la nuova edizione dell’indagine sulla transizione digitale nella PA locale (anno 2025), realizzata da The Innovation Group e Gruppo Maggioli: un quadro dettagliato e aggiornato della maturità digitale degli Enti locali

10 Dicembre 2025
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La transizione digitale della Pubblica Amministrazione locale sta vivendo la sua fase più intensa e contraddittoria. Da un lato, i Comuni italiani mostrano una crescita significativa nell’adozione di servizi digitali, nella migrazione al cloud e nell’uso delle piattaforme pubbliche; dall’altro, restano aperte criticità strutturali che minacciano la sostenibilità degli investimenti una volta esaurita la spinta del PNRR. È quanto emerge dalla terza edizione dell’indagine sulla transizione digitale nella PA locale (anno 2025), realizzata da The Innovation Group e Gruppo Maggioli, che offre un quadro dettagliato e aggiornato della maturità digitale degli Enti locali. L’indagine è stata presentata questa settimana a Napoli nel corso di Perspective Smart City 2025, il forum di riferimento per l’innovazione nella progettazione e gestione urbana.

L’indagine


Il campione, composto da 476 Enti tra Comuni, Unioni, Province e Città metropolitane, mostra una PA in movimento: solo il 4% non ha avviato progetti digitali, mentre la maggior parte sta investendo su piattaforme nazionali (pagoPA, app IO, SPID, ANPR), interoperabilità, cloud e formazione. Sono proprio queste leve – soprattutto le prime due – a rappresentare uno dei motori principali dell’evoluzione amministrativa degli ultimi anni.

Il PNRR rimane, per stessa ammissione dei rispondenti, la spinta più rilevante: il 60% ritiene i finanziamenti fondamentali per accelerare i processi di innovazione. Ma l’efficacia percepita non è proporzionale alla quantità di risorse impegnate: solo un terzo degli enti afferma che gli investimenti abbiano prodotto risultati “molto” o “estremamente” efficaci. Una lettura che appare coerente con la frammentazione amministrativa del Paese: tecnologie nuove si sono innestate in strutture spesso sottodimensionate e con carenze croniche di competenze tecniche.

Cloud quasi a regime, ma il nodo restano i costi e l’assistenza


Sul fronte del cloud, la migrazione è ormai un processo maturo: solo il 5% degli enti non ha ancora iniziato, mentre oltre il 40% ha già trasferito più della metà dei propri applicativi. Un dato molto lontano da quello registrato fino a pochi anni fa, quando la migrazione appariva un’opzione sperimentale. Tuttavia la crescita non cancella i problemi suggerendo come il mercato non sia ancora in grado di garantire un equilibrio ottimale tra qualità, stabilità e sostenibilità economica.
mIGRAZIONE AL CLOUD visual selection

Interoperabilità, la PDND come fattore abilitante


Un altro pilastro della trasformazione digitale è l’interoperabilità. L’indagine mostra che il 57% degli Enti ha già aderito alla PDND, Piattaforma Digitale Nazionale Dati, mentre un ulteriore 30% prevede di farlo a breve. Come evidenzia la ricerca, la PDND è vista come strumento essenziale per ridurre i tempi di accesso ai dati (72%) e semplificare i procedimenti (64%).

Anche qui, però, emergono criticità: la fruizione dei servizi è considerata complessa (43%) e il catalogo dati non sempre accessibile o facilmente consultabile (28%).
Il tema dell’interoperabilità resta dunque centrale per passare da una PA che digitalizza singoli processi a una PA che ripensa il proprio funzionamento sulla base del principio “once only”.
Intelligenza artificiale: tra aspettative e freni culturali
Se cloud e interoperabilità mostrano progressi, l’intelligenza artificiale rappresenta il terreno ancora più incerto. Pur con una maggiore attenzione rispetto al passato, circa metà degli Enti locali non utilizza e non prevede di utilizzare sistemi di AI. Le potenzialità percepite si scontrano con limiti evidenti e difficoltà a livello dirigenziale nel governare tecnologie complesse:

Pro e contro dellintelligenza artificiale visual selection
L’AI rimane, per ora, più un’ambizione che uno strumento operativo.


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Cybersecurity: l’anello debole rimane l’uomo


In uno scenario digitale sempre più complesso, la cybersecurity è la leva dove più emergono vulnerabilità.
MINACCE ALLA cybersecurity visual selection 1
Non stupisce quindi che un Ente su sette abbia subito un incidente informatico significativo nell’ultimo anno. Ma è soprattutto la carenza di competenze (49%) e di personale dedicato (45%) a costituire l’ostacolo più grave alla sicurezza digitale delle Amministrazioni.

Il rischio della “frenata post-PNRR”


Il quadro 2025 della PA locale è dunque quello di un sistema che avanza, ma con alcune zavorre. L’investimento tecnologico accelera, ma la capacità amministrativa non cresce allo stesso ritmo. Per questo le preoccupazioni principali degli enti per il post-2026 riguardano proprio la mancanza di personale qualificato (36%) e la sostenibilità dei progetti (32%).


>> IL TESTO INTEGRALE DELL’INDAGINE SULLA TRANSIZIONE DIGITALE NELLA PA LOCALE.

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