Concessioni balneari ferme e turismo in fuga: l’inazione che brucia valore

Approfondimento di Paolo Capriotti

Paolo Capriotti 4 Settembre 2025
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L’estate 2025 ha segnato una frattura evidente nel turismo balneare italiano. Mentre le montagne hanno vissuto una stagione di crescita, grazie a prezzi più accessibili e a un’offerta che ha saputo innovarsi, le nostre spiagge hanno registrato un calo anche superiore al 20% in molte località.
Il caro-prezzi di ombrelloni e lettini è stato il segnale più visibile, ma non l’unica causa. Dietro i rincari si nasconde un sistema che non investe più: strutture spesso datate, servizi ridotti al minimo, incertezze normative che paralizzano sia gli operatori sia i comuni. Il risultato è stato un turismo balneare meno competitivo, incapace di rispondere alle nuove esigenze dei visitatori e sempre più esposto alla concorrenza di destinazioni alternative, in Italia e all’estero.

Quella che poteva essere un’estate di rilancio, dopo anni di dibattiti e attese, si è trasformata in una stagione che ha messo a nudo le debolezze strutturali del comparto.

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