Negli ultimi anni i comuni hanno promosso lo svolgimento di mercatini “del riuso” attraverso i quali promuovere una coscienza ambientale che favorisca il riuso degli oggetti usati, superati ed inutilizzati, privi di qualsiasi valore storico e culturale, al fine di ridurre il loro conferimento in discarica.
Questi mercatini fanno riferimento al d.l. 208/2008 “Misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell’ambiente”, come convertito dalla legge 27 febbraio 2009, n. 13, che all’art. 7sexies disciplina le modalità di valorizzazione a fini ecologici dei mercati dell’usato e, fino al 2022, al Programma nazionale di prevenzione rifiuti, approvato con decreto direttoriale il 7 ottobre 2013, nel quale il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio aveva affermato che “il riutilizzo nelle sue diverse forme ricopre un ruolo fondamentale e rientra a pieno nel campo della prevenzione“.
Nell’ordinamento nazionale, il riutilizzo dei prodotti stabilisce che le Pubbliche Amministrazioni debbano promuovere iniziative dirette a favorire il riutilizzo dei prodotti” e che “le campagne di sensibilizzazione e informazione rivestono un ruolo di primaria importanza nella prevenzione dei rifiuti”.
Per gli anni dal 2022 al 2028 occorre fare riferimento al Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti (PNGR), adottato con il d.m. del Ministero della Transizione Ecologica del 24 giugno 2022, n. 257, che al punto 1.5 prevede “(…) La programmazione innovativa per la prevenzione intende fornire linee di azione che ricalcano le varie fasi lungo il ciclo di vita dei prodotti, ovvero progettazione, produzione, distribuzione, uso e fine vita. Hanno dunque a che fare con (…) la riprogettazione dei sistemi della logistica, della distribuzione e della vendita delle merci, con il ripensamento dei modelli di consumo e del ruolo dei consumatori (es. (…) ricorso allo scambio, al riuso e alla riparazione dei beni). (…)”.
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I mercatini del riuso e quelli dell’ingegno
Approfondimento di Elena Fiore e Miranda Corradi
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