Da una prima verifica infatti sembrerebbe consentita dal punto di vista fiscale e necessiterebbe di P. IVA come microimpresa ma dal punto di vista amministrativo sembrano esservi esclusivamente i Regolamenti CE 852/2004, allegato II, capitolo III ” igiene dei prodotti alimentari – 1169/2011″ “etichettatura alimentare e 178/2002 rintracciabilità degli alimenti” che riguardano la gestione dei prodotti in generale ma che non entrano nel merito della specifica attività.
Si chiede pertanto se sia esercitabile e se si, soggetta a scia? Con quale codice ateco? Infatti sul sito ateco infocamere non appare specificatamente questa tipologia di attività.
Risposta:
L’esercizio della attività artigianale di cottura di alimenti può avvenire rispettando le comuni disposizioni in materia alimentare; in primo luogo si dovrà verificare dal punto di vista edilizio/urbanistico la conformità dell’immobile ovvero dei locali che si vogliono utilizzare, ciò sulla base delle disposizioni urbanistiche regionali e comunali ( dovrebbe infatti essere richiesta la destinazione artigianale), inoltre dovrà essere presentata una SCIA sanitaria ai sensi del regolamento CEE 852/2004. Rimangono comunque valide le ulteriori disposizioni in materia di alimenti, quali le prescrizioni sulla etichettatura e sull’indicazione degli alimenti contenuti nel prodotto. Si rammenta che tale attività deve necessariamente effettuare la sola vendita per asporto. Dopo che tutta la procedura sarà stata completata e l’attività sarà stata avviata in concreto l’interessata dovrà iscriversi al registro delle imprese quale attività artigianale alimentare, come ad esempio la pizza a taglio, sarà cura del registro attribuire il codice ATECO.
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