Novità normative accolte senza drammi dagli enti

Italia Oggi
18 Aprile 2024
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di GIOVANNI GALLI  (da Italia Oggi) La riforma del Terzo settore sta impegnando gli enti e le organizzazioni da sette anni, non senza difficoltà. Mancano ancora alcuni tasselli, come il tanto agognato ok europeo sul regime fiscale, con la normativa che è in continuo aggiornamento (ultimo esempio il ddl 1532 ter, si veda articolo nella prossima pagina). Ma il giudizio del comparto pare essere positivo, con una percentuale minoritaria delle realtà che affermano di aver peggiorato la propria condizione dopo l’entrata in vigore della riforma. Secondo quanto emerge dal report Terzjus, su 449 Enti intervistati, solo il 13,1% ha dichiarato di preferire la situazione pre-riforma. Il resto, anche tra dubbi e mancata conoscenza della normativa, vede positivamente le novità. Anche se solo il 5,2% risponde di «stare meglio di prima». Il sondaggio Terzjus poneva la seguente domanda: «ora che la riforma è avviata, secondo te, il Terzo settore come sta?». Cinque le opzioni di risposta: «Meglio di prima» (5,2%), «Vedo segnali di miglioramento, ma è presto per esprimersi» (42,8%), «Sta come stava prima, poco è cambiato» (22,5%), «Stava meglio prima» (13,1%), «Non sa (16%)». Il report analizza anche le opportunità che, secondo gli Ets, sono state introdotte dalla riforma. Con un’analisi particolare delle divergenze tra nuovi e vecchi enti: «le voci scelte in misura preponderante dalle organizzazioni post-riforma sono risultate essere le seguenti: Iscriversi al 5×1000 (71,8%), Partecipare a bandi pubblici (70,5%), Beneficiare di agevolazioni fiscali (64,1%), Ricevere erogazioni liberali in denaro con vantaggi fiscali per i donatori (60,3%). Per tutte queste voci la differenza rispetto alle organizzazioni più vecchie si colloca tra i 15 e i 20 punti percentuali. Anche la misura “Ricevere donazioni in natura con vantaggi fiscali per le aziende donatrici” è stata scelta in modo rilevante (36%) e molto maggiore rispetto alle organizzazioni pre-riforma». Il profilo che emerge «è quello di enti più dinamici, orientati al privato sia individuale e familiare che d’impresa, volti ad utilizzare al massimo le agevolazioni fiscali, ma propensi anche a partecipare alla gestione di servizi offerte dalla pubblica amministrazione». * Articolo integrale pubblicato su Italia Oggi del 18 aprile 2024 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)