All’esame della Camera la nuova legge per salvare i centri storici dal declino commerciale

Riparte in Parlamento l’analisi del disegno di legge

28 Agosto 2025
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In Commissione Attività produttive, commercio e turismo della Camera è iniziato l’esame del disegno di legge del Governo (AC 362), che mira a contrastare la desertificazione dei centri storici e il conseguente impoverimento del tessuto urbano. L’obiettivo è tutelare e rilanciare il piccolo commercio di prossimità, messo in difficoltà dalla crescita dell’e-commerce e dall’espansione della grande distribuzione. La proposta normativa intende introdurre un nuovo regime autorizzativo per le attività fino a 250 metri quadrati, superando l’attuale sistema basato sulla semplice Scia e affidando alle amministrazioni locali, attraverso gli Sportelli unici per le attività produttive, il rilascio delle autorizzazioni necessarie. In questo modo, l’insediamento o la modifica di un esercizio commerciale nel cuore delle città storiche non sarebbe più sottoposto a un controllo successivo, ma a una preventiva valutazione da parte dei Comuni.

Indice

Un percorso di armonizzazione


La riforma viene motivata come strumento per rafforzare la tutela di interessi generali quali l’ambiente, la sicurezza, la salute pubblica e il patrimonio culturale, ma anche per rendere più attrattive e vitali le zone che rappresentano l’identità storica e commerciale dei territori. Si tratta però di un intervento che, come ricordato dall’ANCI, si aggiunge ad altri già esistenti, dal codice del paesaggio al Decreto Scia 2 fino alla legge concorrenza 2022. Proprio per questo, i rappresentanti degli Enti locali hanno sottolineato l’esigenza di armonizzare le nuove norme con quelle già in vigore, evitando di creare sovrapposizioni, incertezze o duplicazioni che rischierebbero di rallentare l’attuazione e di vanificare le finalità del provvedimento.

Linee guida e Piccoli Comuni


Resta inoltre il nodo dei criteri con cui i Comuni dovrebbero delimitare le aree soggette al nuovo regime. Secondo l’ANCI, sarebbe opportuno lasciare alle amministrazioni locali un margine di autonomia, svincolandole dai piani regionali e permettendo loro di agire direttamente attraverso i propri strumenti urbanistici e commerciali. Le linee guida indicate riguardano la sostenibilità ambientale e territoriale, la valorizzazione del commercio tradizionale e delle botteghe storiche, la tutela del consumatore e la promozione di un’offerta trasparente e sicura. A sostegno di questo processo, il disegno di legge prevede l’istituzione, presso il ministero delle Imprese, di un Fondo annuo da 300 milioni di euro destinato ai Comuni sotto i 5mila abitanti, pensato per finanziare progetti condivisi con operatori privati volti a incentivare nuove aperture e rivitalizzare i centri storici.

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