Il caso
Un’impresa già operante sul territorio nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti alimentari (concentrati, latte e affini per gelaterie e pasticcerie), regolarmente autorizzata tramite comunicazione e SCIA sanitaria per una superficie di 1.990 mq, intende estendere l’attività alla vendita verso clienti privati, ritenendo che alcuni dei prodotti trattati possano suscitare interesse anche nel mercato al dettaglio. La ditta ha notato, nella notifica sanitaria già trasmessa, la possibilità di selezionare le opzioni “cash and carry” e “commercio al dettaglio di alimenti e bevande”. Si chiede pertanto se sia necessario aggiornare la notifica sanitaria e la comunicazione per includere tali attività, o se invece occorra presentare una nuova pratica per l’esercizio del commercio al dettaglio, con conseguente valutazione della superficie di vendita per l’individuazione del regime autorizzatorio applicabile.
La soluzione operativa
Il “cash and carry” è una formula di vendita all’ingrosso, prevalentemente di prodotti alimentari, che si rivolge a clienti professionali in possesso di partita IVA. I clienti acquistano direttamente dal magazzino, pagando subito e portando via la merce senza servizio di consegna. In altre parole è come un supermercato grande, ma per chi ha una partita IVA e vuole comprare grandi quantità di merce per la propria attività. Ciò premesso l’art. 8, comma 2, lett. c) del D.Lgs. 6 agosto 2012, n. 147, ad oggetto “Disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, recante attuazione della direttiva 2006/123/CE, relativa ai servizi nel mercato interno” ha modificato l’articolo 26 del D.Lgs. n. 114/1998 disponendo che nell’ipotesi di esercizio congiunto di attività di ingrosso e dettaglio l’intera superficie di vendita è presa in considerazione ai fini dell’applicazione di entrambe le discipline per le due tipologie di attività, al fine di individuare esattamente la tipologia di commercio al dettaglio che si intende realizzare: se esercizio di vicinato, media o grande struttura di vendita. Nei locali deve essere chiaro quale superficie è dedicata all’esercizio di vicinato e quindi dove possono fare acquisti i clienti al dettaglio. Naturalmente saranno necessari i requisiti morali e, se si tratta di alimenti, anche quelli professionali poiché viene attivato anche un esercizio di vendita al dettaglio; se fosse solo attività di vendita all’ingrosso, sarebbero richiesti solo i requisiti morali. Non è richiesta alcuna divisione tra ingrosso e dettaglio, ed è proprio per questo che la superficie da prendere in considerazione è quella totale. Per la dotazione di parcheggi, sicuramente richiesti trattandosi di media struttura, si consiglia di sentire l’ufficio comunale competente per rilascio dei titoli urbanistici-edilizi. Certamente l’interessato dovrà aggiornare/integrare la SCIA sanitaria a suo tempo presentata con le variazioni apportate con la vendita al dettaglio, oltre che, ovviamente, aggiornare la posizione camerale della ditta/società.
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